Asculum Picenum in latino; Ašculë in dialetto ascolano) è un comune italiano di 49 143 abitanti[1], capoluogo dell’omonima provincia nelle Marche, il quarto in regione per popolazione dopo Ancona, Pesaro e Fano
Il suo centro storico, il più esteso delle Marche, è costruito quasi interamente in travertino ed è tra i più ammirati della regione e del Centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri[5]. In esso si trova la rinascimentale Piazza del Popolo, considerata tra le più belle piazze d’Italia.
Ascoli Piceno è sede vescovile. L’area industriale si sviluppa principalmente nella media e bassa vallata del fiume Tronto ad est della città.
La città si trova nella parte meridionale della regione Marche e dista 28 km dal mare Adriatico. Il suo centro urbano sorge ad un’altitudine di 154 m s.l.m., nella zona di confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, circondato per tre lati da montagne, tra cui vi sono la montagna dell’Ascensione, il colle San Marco e la montagna dei Fiori. Il suo territorio è contornato da due aree naturali protette: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a sud e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini a nord–ovest.
Il territorio di Ascoli Piceno è situato nella Valle del Tronto. A nord confina con i comuni di Venarotta, Rotella e Castignano, a est con Appignano del Tronto, Castel di Lama, Castorano e Colli del Tronto, a sud con Folignano, Maltignano e con i comuni abruzzesi di Ancarano, Sant’Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto e Valle Castellana, ad ovest con Acquasanta Terme e Roccafluvione .
Nella classificazione sismica della protezione civile è identificato come Zona 2, cioè zona a sismicità media, mentre nella classificazione climatica è contrassegnato come Zona D.
Ascoli Piceno ha un’exclave (Piana della Forcella, 0,5 km quadrati) compresa tra il comune di Acquasanta Terme, quello di Roccafluvione e un’exclave di quest’ultimo (Forcella).
Ascoli Piceno è una delle città monumentali d’Italia: il suo centro storico è costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea estratta dalle cave del territorio, ed ha come fulcro la rinascimentale piazza del Popolo dove si trovano alcuni degli edifici più importanti tra i quali il palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti e la chiesa di San Francesco.
Altro fulcro cittadino è lo spazio urbano di piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove si elevano il medioevale battistero di San Giovanni, la cattedrale di Sant’Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch’essa al santo patrono. Vi sono inoltre il palazzo Vescovile, il palazzo dell’Arengo, sede della pinacoteca civica e di alcuni uffici comunali.
Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta schiettamente medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico come via Pretoriana, via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini, via del Trivio, antico cardo e corso Mazzini, decumanus maximus, che attraversa da ovest ad est il centro urbano.
Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili anche al suo interno, le rovine del teatro romano, le grotte dell’Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano assimilabile a quella presente a Monte Rinaldo, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali, per il quale Ascoli ha il soprannome di Città delle cento torri.
Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono quali: Sant’Emidio alle Grotte e Sant’Emidio Rosso ed inoltre la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio dalla caratteristica facciata suddivisa in riquadri.
Nelle vicinanze della città si trova la rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo a strapiombo sul torrente Castellano, in cui alla fine del XIX secolo fu rinvenuta una delle più ricche necropoli d’Italia, i cui preziosi reperti sono ora sparsi in diversi musei in tutto il mondo.
Percorrendo da Ascoli la Salaria in direzione Roma, s’incontra il monumentale albero del Piccioni menzionato per la prima volta in un documento del 1109 e legato, tra storia e leggenda, alla vita cittadina e alle vicissitudini del brigantaggio antiunitario.